[…] Visitando le numerosissime chiese altomedioevali delle Marche non mi è stato difficile vedere, scolpiti o dipinti, numerosi “Gigli araldici” di Francia, così numerosi da permettermi di delineare un percorso evolutivo del simbolo che qui sottopongo ai lettori. La prima espressione, diciamo arcaica che dà una forma a quello che poi sarà il giglio simbolo dei Franchi Salici, la rintraccio sui capitelli della cripta in un monastero altomedioevale del Fermano ascrivibile al VII sec. Oggi chiesa di San Lorenzo in Vallegrascia (Montemonaco)
E’ costituito da tre foglie lanceolate legate a nastri che formano il ricciolo laterale del simbolo. Il giunco intrecciato in orizzontale che completa in alto la decorazione è l’ evidente simbolo nordico Franco-Longobardo del cielo ( inteso anche come tutto quello che è al di sopra di noi). […] Un’ icona di disegno arcaico ma già chiaramente “stilizzato” nella forma che assumerà parecchi secoli dopo ed in un’ altra Francia, la si può ancora vedere sulla parete frontale della chiesa del borgo Pievevecchia di San Vito sul Cesano.[…] Una figurazione molto somigliante a questi “gigli” é visibile nell’ affresco decorativo dell’ intradosso dell’ arco divisorio della chiesa di San Lorenzo al lago di Fiastra
Del simbolo dei Franchi Salici, perché di questo si tratta, qui nelle Marche abbiamo altri efficacissimi esempi. Uno dei più interessanti è proprio la forma floreale del simbolo, che molto si discosta come immagine da quello stilizzato, ma è ad esso legato perché presente sul portale di quello che per me è stato il palazzo di Carlo Martello ad Apiro. Sui lati del portale sono evidenti tre fiori, scolpiti nelle forme espressive dell’ alto medioevo, ma inequivocabilmente rappresentativi di un giglio
Certo manca la certifica del notaio sul fatto che sia un giglio e sia del VIII sec, ma non è certo del XIII sec come la riplasmazione in chiesa dell’ edificio. […]
Esecuzioni arcaiche si possono leggere nelle decorazioni che coronano le monofore della Collegiata di Sant’ Elpidio a Mare, edificio con tratti di membrature di indubbie caratteristiche alto medievali.
Nel gioco degli archi sopra ai gigli sono riprodotti gli animali simbolo delle “sippe”, i clan famigliari dei Franchi.
Nei secoli successivi, il giglio si ripresenta, sia nei monasteri benedettini sia nei palazzi dei Templari
Un esempio chiarissimo è quello del simbolo scolpito sui capitelli del monastero di San Marco di Fiastra ed anche quello che orna le colonnine dei portali delle chiese di Monte Granaro e di San Francesco a San Ginesio, che si riconduce all’ icona arcaica delle tre fogliette
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