maandag 13 mei 2013

San Settimio nel cuore delle Marche: una storia che sembra un film

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Tutto nacque dall’idea un pò folle, utopistica, naif di Italo Bartoletti che invitava i suoi amici per trascorrere giornate all’insegna della natura, dell’arte, e dell’ottima cucina marchigiana.

Bartoletti negli anni settanta vuole elaborare il concetto di Casa Esistenziale del suo amico achitetto Ico Parisi nella “città esistenziale”. Fu così che radunò tutti i massimi esponenti artistici dell’epoca, da Burri, a César, da Mannucci a Del Pezzo, a Ceroli, Balderi e Antonioni. A tutti aveva dato dei compiti: chi doveva progettare dei garage a forma di uovo per nascondere le auto, chi la piscina con al centro un grande dito, chi una scalinata lignea, chi un grande teatro per le rappresentazioni all’aperto. Le case dovevano essere tutte basse, grandi e vuote, esistenziali.

Nella casa colonica c’era posto per il ritiro laico, che ancora c’è ed ha mantenuto lo stesso nome con le piccole celle, con piccole finestre per i momenti di pace e interiorità. Pace, automobili inesistenti, solo natura. Architetti, artisti, artigiani dovevano lavorare insieme per questo grande progetto e concetto di casa e bottega, l’idea del lavoro doveva essere rivolto alla collaborazione.

Il grande progetto approda anche alla Biennale di Venezia ma si ferma qui il sogno di Italo Bertoletti se non fosse stato per la figlia, allora solo adolescente che oggi ha realizzato la Riserva Privata di San Settimo, certamente non il sogno faraonico dell’origine, ma che in dieci anni ha saputo essere un punto importantissimo per il turismo dell’entroterra marchigiano.




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