A spasso per Volterra alla scoperta dei luoghi che hanno ispirato l’autrice di Twilight, Stephanie Meyer.
Visitare Volterra significa esser pronti a respirare tutta la magia del passato. Mura e vicoli in pietra, edifici maestosi e natura incontaminata: tutto richiama a un tempo glorioso, fatto di storia e panorami mozzafiato. Da qui sono passati i maggiori poeti e artisti di sempre che hanno trovato ispirazione dalle colline color smeraldo e dal cielo limpido e freddo. Solo una città così suggestiva e così carica di mistero poteva essere il set ideale della famosa e struggente saga di Twilight: una storia che parla di un amore impossibile e amaro, piena di colpi di scena e difficoltà. Una volta varcata Porta dell’Arco, una delle più antiche entrate etrusche di tutta Italia, si percepisce subito tutta la magnificenza del posto, l’essenza della tradizione, violenta come una doccia ghiacciata. Basta poco per capire cosa deve aver provato Stephanie Meyer, la scrittrice americana che ha deciso di ambientare il secondo capitolo del suo romanzo in questo borgo piccolo e medievale. Mano a mano che si salgono i gradini, ripidi e irregolari, ci si immerge nel fascino del paesaggio, fino a sentirsi parte di esso. New Moon, il secondo episodio che ha come tema i vampiri, si svolge tra le vie e i vicoli stretti di Volterra: le case e i palazzi in pietra hanno fatto da cornice ai protagonisti Edward e Bella. Le stesse strade li hanno visti incontrarsi, parlarsi e sfiorarsi. Gli angoli bui e velati della città, vicini alla luce eppure nascosti
e segreti, sono la miglior rappresentazione dei sentimenti contrastanti provati dai personaggi: amore e brivido, paura e follia. L’angusto Vicolo Mazzoni, a due passi da Piazza dei Priori, è lo stesso che viene descritto e raccontato nel libro; lo stesso che ospita il noto tombino, presso il quale Edward e Bella vivono il loro momento di intimità. Questo piccolo “cimelio” adesso è diventato una tappa essenziale per gli appassionati del romanzo, una meta di pellegrinaggio cineturistico. Chiunque passi di qui lascia una traccia, un segno di riconoscimento sulla parete rocciosa. Scritte in pennarello e incisioni testimoniano l’affetto e la dedizione dei fans per New Moon, divenuto una metafora di vita e di ispirazione. Si affacciano sulla piazza due possenti palazzi. Il primo, Palazzo dei Priori, si lancia maestoso verso il cielo, con il suo impianto e la sua facciata che ricordano quelli del fiorentino Palazzo Vecchio. Le sale interne sono state una delle location coinvolte: pareti affrescate di un rosso purpureo fanno pensare al colore intenso e inconfondibile del sangue e della passione, immagini che arricchiscono il romanzo dall’inizio alla fine. L’intonaco deciso si scaglia in contrasto con la luce fioca che trapela dalle vetrate: da questa angolazione la città non ha segreti, tutto è sotto controllo. Di fronte, Palazzo Pretorio si erge inquietante in mezzo alla folla: un edificio avvolto dal mistero e da infinite leggende, simbolo del potere politico e del rigore cittadino. In lontananza, tra l’Acropoli etrusca e le mura sinuose, si scorge l’antica Fortezza, solitaria, sicura e padrona della campagna circostante. Sembra sorvegli la “città dell’alabastro”. La cinta muraria, millenaria ed estesa, accompagna lo sguardo verso le dolci colline, l’orizzonte, l’ignoto.
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